Qualche riflessione dopo Campdigrano2017, Caselle in Pittari

Di ritorno da Caselle in Pittari, qualche riflessione a cura di Margherita Motta della Segreteria DESBri.

E se non vi bastano trovate a questo link un bell'articolo molto completo: http://vincenzomoretti.nova100.ilsole24ore.com/2017/07/09/una-storia-buona-come-il-pane/?refresh_ce=1

#CAMPDIGRANO2017 #PALIODELGRANO2017

Grazie alla segnalazione di Rete Semi Rurali, di cui il DESBri è socio, ho avuto la possibilità di partecipare dal 10 al 16 Luglio 2017 al Campdigrano2017 a Caselle in Pittari, piccolo paese del Cilento in cui tutti gli anni dal 2005 si organizza il Palio del Grano, una vera e propria gara di mietitura tra rioni. Il Camp è un'occasione per radunare un gruppo di giovani da tutta Italia (tra i 15 e i 20 circa) a dare una mano all'allestimento del Palio e a riflettere insieme su 5 temi riassunti in 5 parole: Resilienza, Resistenza, Restanza, Relazione, Residenza che simbolicamente rappresentano i 5 Re dai quali farsi guidare nell’incertezza del presente. Nel corso della settimana abbiamo avuto la possibilità di lavorare al fianco dei Maestri della Terra, di selezionare e catalogare i grani della Biblioteca del Grano e di discutere con gli attori della #Cumparete http://www.terradiresilienza.it/cooperativa/cumparete/.

Il Palio non è una tradizione antica ma un'occasione pensata in epoca recente per rievocare scene di vita contadina e riportare l'attenzione su una coltivazione, quella del grano, che ha rischiato di sparire da questo territorio a causa dell'emigrazione verso le città e dell'abbandono delle campagne da parte dei giovani.

Andiamo a conoscere i RE del Camp!

RESIDENZA

Cosa significa scegliere di risiedere in un luogo? Davvero l'abbiamo scelto o lo subiamo? Perchè spesso lo viviamo come una condanna e non come un'opportunità? Come possiamo attivare delle forme di residenza più consapevoli? Tante domande a cui abbiamo risposto in modo variegato, anche perchè residenti in luoghi molto diversi (tanti da salerno e benevento ma anche pugliesi, toscani, piemontesi, milanesi...). Nella verde (?) Brianza subiamo il traffico e l'urbanizzazione selvaggia ma abbiamo anche tante opportunità di lavoro, per cui tanti giovani ancora oggi come in passato si spostano dalle parti più disparate d'Italia, spesso con grandi sacrifici. In coda sulla tangenziale o in preda ad una crisi di nervi nella ricerca di un parcheggio a Monza chi di noi non si è mai chiesto: ma che ci faccio qui?? Ma perchè?? Credo che il compito del Distretto sia nel nostro territorio creare dei modelli di RESIDENZA più sostenibili con tutte le sfide e le contraddizioni del caso, perchè risiedere qui non sia una condanna ma un'opportunità per sperimentare scelte di vita "alternative" anche nel nostro contesto.

RESISTENZA

La discussione sul tema è seguita dopo una giornata con i Maestri della Terra: gli anziani del paese che abbiamo aiutato nelle facende agricole quotidiane, dal fare il formaggio a bagnare i campi, dal badare agli animali a raccogliere frutta e verdura. Piccole azioni quotidiane, spesso faticose, affrontate con gioia anche nelle condizioni più difficili (anche il Cilento vive una terribile, lunghissima, stagione di siccità) da queste persone che per noi campisti sono state un po' degli eroi. La fatica è il filo conduttore della giornata; io ero ospite di Emilio, che solo con la moglie si occupa di 5-6 ettari in cui coltiva frutta, verdura, olive solo per la sussistenza della famiglia, e che tutte le mattine raccoglie l'acqua dal pozzo con un piccolo secchio per dare da bere a quello che può. E ogni volta che tirava su quel secchio usciva dalla sua bocca un "E' una fatica", che suonava più come un mantra che come un lamento. Chi resta in campagna in queste terre difficili è un vero esempio di Resistenza ai giorni nostri, ma anche chi nel nostro territorio combatte con tangenziali e cementificazione lo è, e non dobbiamo dimenticarcene! Oggi a Caselle, ma anche in tante parti di Italia, ci sono tanti giovani che cercano di tornare all'agricoltura. Con nuove idee, approcci diversi, tecniche innovative, ma sempre con questi esempi di forza e dedizione nella testa.

RESTANZA

Una parola un po' strana che è stata presa dal libro Pietre di pane. Un'antropologia del restare di Vito Teti, un testo con racconti di viaggi ed emigrazioni che ci fa scoprire come "l'essere rimasto non è atto di debolezza nè atto di coraggio, è un dato di fatto, una condizione, ma anche l'esperienza dolorosa e autentica dell'essere sempre fuori posto". In un paese come Caselle è inevitabile per ogni ragazzo che finisce gli studi domandarsi: e ora? Posso realizzarmi prefessionalmente e come persona qui o devo perforza allontanarmi per non giocarmi delle importanti possibilità? Un dilemma davvero lacerante che abbiamo sentito raccontato da tante testimonianze, sia di Caselle che di realtà analoghe. Spesso abbiamo covenuto che non si può restare senza prima partire.Quanto al nostro restare in Brianza non posso fare a meno di pensare alle volte che ho desiderato vivere in campagna, al mare o in montagna; chi non lo immagina mai nella vita ma poi c'è il lavoro, ci sono i figli, i genitori eccetera eccetera. No, restare in Brianza non è eroico e, si, ci si sente spesso fuori posto, ma se siamo qui e tra i deliri quotidiani riusciamo a trovare il tempo per una riunione del GAS, un direttivo DESBri, un turno in Arci o una vista  a qualche produttore forse forse la nostra presenza qui non è poi così inutile... Restare per ... trovare buoni motivi per restare!

RESILIENZA

Una luuuunga discussione fatta dopo una faticosissima giornata al Querceto, azienda agricola di Marsico Nuovo (PZ), di Tazio Recchia, che dal 2010 è riuscito ad ottenere  dei miscugli di Salvatore Ceccarelli provenienti dalla Siria, uno di orzo, uno di grano e uno di tenero. Si parte dalla resilienza del grano  e della natura in generale per arrivare alla resilienza dell'uomo, a come si adatta al proprio contesto ma anche a come reagisce per adattare il contesto alle sue esigenze, a migliorare le sue condizioni. Un equilibrio delicato tra uomo e natura. Mi viene subito alla mente l'esperienza di Spiga & Madia e della costruzuione della TEM che sembrava avere posto la parola fine ad un'esperienza preziosa che, nonostante titte le difficoltà, ha invece festeggiato il suo decimo compleanno. Mi consola vedere che anche tra gli attori della rete di Monte Frumentario (http://www.montefrumentario.it/) e della Cumparete ci sono tante discussioni strazianti, divergenze, approcci a prima vista incompatibili. Ma c'è la voglia di costruire qualcosa di diverso insieme, la consapevolezza che il sistema dominante di consumo e agricoltura sia sbagliato e distruttivo e che unendo le forze si possa davvero generare un cambiamento.

RELAZIONE

E' stata definita la REgina della settimana, in effetti il tema è stato trasversale su tutte le giornate. Ho riflettuto molto sul fatto che le relazioni tra noi campisti ma anche tra noi e gli abitanti del posto si sono instaurate soprattutto facendo cose insieme, dal lavoro sul campo alla sgranatura delle spighe. Ho pensato che nel nostro contesto spesso questo non avviene, o comunque abbiamo meno occasioni perchè possa avvenire. Con gli amici ci si trova la sera per bere qualcosa o andare ad un concerto ma difficilmente si trova il tempo per far qualcosa di manuale insieme. Come Distretto abbiamo certo più occasioni di trovarci per una riunione che non per andare a fare un lavoro su un campo. Le relazioni che creiamo all'interno dell'economia solidale ci servono per confrontarci su tanti temi e per trovare delle soluzioni, dei modelli, ma a volte scarseggiamo di occasioni per vivere più profondamente queste relazioni, per sperimentarci. Il tempo, il maledetto tempo, certo non aiuta e a volte siamo tristemente ridotti a basare le nostre relazioni su Skype.

Difficile davvero riassumere sette giorni intensi in queste poche righe ma ho cercato di concentrarmi sugli spunti che possono essere utili al nostro lavoro, perchè possiamo farne tesoro  ripartire a Settembre con una carica in più.

Margherita