in collaborazione con le cooperative sociali
a partire dal 2012 promuovono il progetto
PER UNA PEDAGOGIA DELLA TERRA
co-finanziato tramite il Bando 2011 “Educare alla sostenibilità” della Fondazione Cariplo.
Il progetto interverrà nelle provincie di Como, Varese e Monza-Brianza, dove si vogliono valorizzare la qualità delle pratiche e dei sistemi di relazione dei soggetti proponenti, in particolare nell’ambito dell’agricoltura e delle filiere corte, attraverso la costruzione di partenariati stabili tra produttori agricoli e consumatori, e la sperimentazione di “sistemi di garanzia partecipata” (PGS – Participatory Guarantee Systems), pratiche di riconoscimento della qualità che generano credibilità a partire dalla partecipazione solidale di tutti gli attori interessati dai processi di produzione e consumo.
Approfondimenti:
- Cosa sono i Sistemi di garanzia partecipata?
- Perché sperimentare Sistemi di garanzia partecipativa?
- A che punto è la nostra sperimentazione?
Cosa sono i sistemi di garanzia partecipata?
Nell'agricoltura, e in particolare nelle pratiche di filiera corta, produttori e consumatori tendono ad interagire sulla base di rapporti di fiducia; quando questi attori integrano il proprio ruolo in modo solidale, cioè cooperando ad un interesse collettivo come quello di favorire forme di produzione sostenibili e di qualità, si generano forme di “garanzia partecipata” in cui gli attori sono parte attiva del processo.
Questo tipo di processi, si stanno informalmente definendo in molte pratiche di filiera corta a cui facciamo riferimento, anche se spesso senza la consapevolezza della loro potenzialità, ne' dell'entità del fenomeno fuori dai confini nazionali.
Se infatti in Italia l'approccio è ancora timido, questi processi stanno crescendo rapidamente in tutto il mondo, anche grazie al lavoro dell'IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements), una organizzazione mondiale per la promozione dell'agricoltura biologica, nata nel 1972 e che oggi conta l'adesione di oltre 750 organizzazioni sparse in 116 paesi.
Questa tipologia di processi che generano credibilità a partire dalla partecipazione solidale di tutti gli attori interessati ad assicurare la qualità del prodotto finale e del processo di produzione sono definiti “sistemi di garanzia partecipata” (PGS – Participatory Guarantee Systems). Nel 2009 la promozione delle forme alternative di certificazione, tra cui i PGS, è stata assunta come obiettivo strategico da parte di IFOAM, come testimoniato dall'attivazione di diversi workshop internazionali sul tema (tra cui uno in Italia) e dal lancio della newsletter mensile Global PGS Newletter (IFOAM, One earth, many minds - 2009 annual report, p. 6); l'ulteriore promozione e sviluppo dei PGS è individuato tra gli obiettivi del programma 2011 di IFOAM (IFOAM, Program 2011, p. 3).
La definizione di IFOAM recita: “I sistemi di garanzia partecipativa sono sistemi di assicurazione della qualità che agiscono su base locale. La certificazione dei produttori prevede la partecipazione attiva delle parti interessate (stakeholders) ed è costruita basandosi sulla fiducia, le reti sociali e lo scambio di conoscenze.“
Perché sperimentare Sistemi di garanzia partecipativa?
IFOAM propone una efficace elencazione degli elementi chiave di un PGS:
- orizzonte condiviso (vision): produttori e consumatori devono condividere consapevolmente i principi ispiratori del PGS;
- partecipazione: la credibilità del sistema deriva dalla partecipazione attiva di tutti gli attori;
- trasparenza: tutti gli attori coinvolti devono avere una adeguata conoscenza delle modalità di funzionamento del sistema. Non dunque una mera esposizione formale di tutti i dettagli (che possono apparire falsamente informativi, se eccessivamente minuti o tecnici), ma una effettiva e sostanziale consapevolezza diffusa dei passaggi principali e degli elementi fondanti del processo;
- fiducia: il sistema si basa sulla convinzione, diffusa tra tutti gli attori, che i produttori agiscano in buona fede e che la certificazione sia espressione di tale affidamento;
- apprendimento: la certificazione deve tradursi in un processo di apprendimento collettivo graduale ma permanente, che irrobustisce tutta la rete coinvolta (produttori, consumatori, tecnici);
- orizzontalità: tutti gli attori coinvolti nel PGS devono condividere il medesimo livello di responsabilità e competenza nel processo. La rotazione delle cariche deve dunque caratterizzare tutti gli organismi di gestione di un PGS, perseguendo una capillare diffusione di leadership e responsabilità.
Più in generale, i PGS si richiamano ai medesimi principi che animarono i pionieri dell'agricoltura biologica: approccio ecologico, giustizia sociale, sostenibilità economica. Inoltre, focalizzandosi primariamente sulla vendita diretta ed i mercati locali, i PGS stimolano la creazione e il consolidamento di reti comunitarie, nonché la conservazione sul territorio del valore generato.
Analogamente ai sistemi di certificazione di “parte terza” (la tradizionale certificazione bio, gestita da un Ente esterno) i PGS hanno l'obiettivo ultimo di offrire ai consumatori una credibile garanzia che i prodotti acquistati rispondano a determinate caratteristiche, con particolare riferimento alla sostenibilità sociale ed ambientale del metodo produttivo. A differenza del consueto meccanismo di certificazione è però in questo caso richiesta la partecipazione attiva e diretta tanto dei produttori, quanto dei consumatori: si tratta dunque necessariamente di un modello applicabile su scala locale, in virtù dell'esplicito richiamo alle relazioni dirette tra tutti gli attori delle filiere.
Con questi presupposti, i sistemi di garanzia partecipata possono rappresentare uno strumento per migliorare le condizioni socio-economiche ed ambientali del contesto in cui vengono applicati, inserendo clausole che riguardano la qualità del lavoro, l'integrità rispetto a norme tributarie, gli aspetti sanitari di produzione ecc. I molti studi sui PGS hanno dimostrato altre positive ricadute indirette:
- favoriscono lo sviluppo di mercati locali di prodotti alimentari biologici
- incoraggiano la produzione diversificata, evitando una forte attenzione alle monocolture, promozione e salvaguardia locale dell'agro-biodiversità
- favoriscono la sensibilizzazione del pubblico all'agricoltura locale e facilitano l'accesso dei piccoli agricoltori ai mercati locali
- favoriscono l'inserimento di norme e pratiche di giustizia sociale come elemento essenziale dei sistemi di produzione biologica.
A che punto è la nostra sperimentazione?
Nel 2012 è stata avviata la sperimentazione di Sistemi Partecipativi di Garanzia (SPG) nei territori dei Distretti di Economia Solidale (DES) di Varese, Como e Brianza.
In ogni territorio si sono formati dei COMITATI LOCALI, nei quali decine di persone - consumatori, produttori, tecnici, ecc - stanno approfondendo la conoscenza degli aspetti tecnici del produrre biologico e condividendo i principi etico-valoriali di riferimento per definire dei protocolli sperimentali che possano dar vita al primo SPG in Lombardia.
Vengono poi realizzate delle visite presso i produttori aderenti, da appositi GRUPPI DI VISITA costituiti da:
- un produttore (dello stesso tipo di chi ospita)
- un tecnico (agronomo, certificatore, ecc)
- un consumatore (membro di GAS)
provenienti ciascuno da un territorio diverso da quello del produttore ospitante.
I gruppi di visita compilano il MANUALE DI VISITA redatto in base ai PROTOCOLLI stabiliti dai comitati. Una COMMISSIONE valuta poi i risultati della visita, decide sulla garanzia e propone dei percorsi di adeguamento.
Tra luglio e ottobre vengono realizzate le PRIME VISITE presso alcune aziende agricole:
- La Runa di Erba (CO)
- Biorama di Albiolo (CO)
- S. Damiano di Cantù (CO)
- Coop. Soc. Oasi Mosaico di Guanzate (CO)
- Rossoni di Vertemate (CO)
- Villa Licia di Bernareggio (MB)
- Coop. Soc. Solidarietà di Galbiate (LC)
- Luna Nuova di Carate (MB)
- Il Gelso di Mezzago (MB)
- Coop. Soc. Solidarietà 90 di Laveno (VA)
- La Zucca di Cenerentola di Travedona (VA)
Tra novembre e dicembre sono in programma le visite presso le prime aziende zootecniche:
- Giusy di Binago (CO)
- Casale Roccolo di Binago (CO)
- Bagaggera di Rovagnate (LC)
- Cascina Campaccio di Casale Litta (VA)
A inizio 2013 avrà luogo la prima assemblea delle SPG lombarde, al fine di definire le principali regole di funzionamento e di eleggere la Commissione di certificazione. In tale occasione verranno approvati i documenti (protocolli, manuali, ecc.) realizzati durante questo primo anno di sperimentazione, in particolare la carta dei principi generali e la dichiarazione di impegno dei membri dei comitati locali, che si confronteranno sulle modalità di ri-coinvolgimento dei produttori, e di coinvolgimento di produttori/consumatori nuovi, nonché sulla sostenibilità dell'SPG per il prossimo anno.